Il prezzo del gas sta continuando a scendere

🌍 📉 Perché il Prezzo del gas sta continuando a scendere e lo fa nonostante le diverse crisi in corso, dal mar Rosso a Gaza: ma nelle bollette questo calo ancora non si vede.

Tendenza al ribasso nonostante le crisi internazionali

Da metà gennaio il prezzo del gas è sceso sotto i 30 euro al megawattora: da ottobre era tornato a salire dopo l’inizio della guerra a Gaza, perché si temeva che l’instabilità della regione avrebbe avuto impatti sulle forniture verso l’Europa, che a causa della guerra in Ucraina ha iniziato a essere più dipendente dalle forniture dal nord Africa e dal Medio Oriente. Il rialzo è stato relativamente contenuto e il picco ha raggiunto i 53 euro, molto al di sotto dei prezzi che si registrarono nel 2022 dopo l’inizio della guerra in Ucraina, quando superò anche i 300 euro al megawattora.

🚢 Impatto degli eventi internazionali sul mercato energetico

Contro ogni aspettativa il calo è proseguito anche con l’inizio degli attacchi del gruppo di ribelli yemeniti Houthi alle navi mercantili nel mar Rosso, che hanno avuto l’esito di rendere assai pericolosa la tratta e di dirottare gran parte del traffico commerciale dall’Asia verso l’Europa, tra cui proprio le forniture di gas naturale liquefatto che viaggia via nave. Una discesa di questo tipo in un contesto internazionale così rischioso – guerra in Ucraina e a Gaza, e crisi sul mar Rosso – è notevole e sta stupendo gran parte degli osservatori.

📊 Ruolo del TTF e delle aspettative degli operatori

Il mercato di riferimento in Europa ha sede nei Paesi Bassi ed è il Title Transfer Facility (TTF). Nell’Unione Europea esistono vari mercati simili (per esempio, in Italia c’è il PSV, il Punto di Scambio Virtuale), ma è il TTF olandese che fissa i prezzi di riferimento per l’intero continente, perché è dove avviene la maggior parte degli scambi. Le quotazioni si formano sulla base delle aspettative degli operatori: se si pensa che possa esserci scarsità di materia prima, quindi che la domanda superi l’offerta, allora il prezzo salirà; al contrario, se si crede che ci sarà abbondanza, quindi che la domanda sia minore dell’offerta, allora il prezzo scenderà.

💡 Fattori strutturali che influenzano il mercato del gas

Gli operatori per il momento prevedono che non ci siano grossi rischi di carenza di materia prima, per tre motivi principali.

📈 Scorte, domanda energetica e nuove fonti

Il primo è più legato a tendenze di questo periodo, perché riguarda le scorte di gas attuali, ossia gli stoccaggi. Benché queste siano tra le settimane più fredde dell’anno e richiedano molta energia per il riscaldamento, gli stoccaggi nei paesi europei sono ancora pieni per oltre il 70 per cento e si dovrebbe arrivare alla fine dell’inverno con un livello sopra il 50. Il secondo motivo è legato al fatto che per ragioni che stanno diventando strutturali il sistema economico sembra aver meno bisogno di energia. Anche il terzo motivo è strutturale ed è connesso al ruolo che stanno avendo le altre fonti energetiche nella produzione di elettricità, a scapito del gas, che dunque è meno richiesto: recentemente il nucleare francese sta dando un contributo rilevante, e lo scorso anno c’è stato anche un forte aumento della produzione da rinnovabili.

🌏 Stabilità delle forniture di gas nonostante le crisi

A questi motivi si aggiunge il fatto che le guerre e le crisi internazionali in corso non stanno mettendo concretamente a rischio le forniture di gas verso l’Europa.

🔔 Riflessi sui costi dell’energia per i consumatori

Il prezzo del gas resta però più alto rispetto a prima della guerra in Ucraina e della pandemia. Questo è il motivo per cui il costo complessivo dell’energia non è ancora tornato a quei livelli: benché siamo lontani dai livelli della crisi energetica del 2022, il prezzo della materia prima è ancora sette volte quello del minimo di maggio 2020. In più dallo scorso anno i governi hanno iniziato gradualmente a ritirare le misure a sostegno di famiglie e imprese. Per esempio, in Italia erano stati azzerati gli oneri di sistema nelle bollette, che avevano in parte compensato i rincari del gas, e abbassato l’IVA. Con il gas tornato a prezzi più bassi, il governo di Giorgia Meloni ha gradualmente reintrodotto gli oneri di sistema e aumentato l’IVA, con il risultato che le bollette sono nuovamente aumentate.

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